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pensieri sull'attualità

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L’effetto Dunning-Kruger.

di Eugenio Baresi

Oggi scriveremo ovvietà, immaginando che siano rivelazioni.

Praticamente il principio illustrato da quei due signori nel titolo su cui si è soffermato un importante giornale nazionale.

Dottamente ci viene spiegato che “vi sono persone che credono di essere più intelligenti e capaci di quanto non siano realmente”.

E con mirabile sintesi ci dicono essere questo effetto un tipo di inclinazione cognitiva.

Essendo da anni sempre più precipitati nelle difficoltà pare di trovarsi bene nell’inclinazione che subiamo nel nostro rotolare… ma parrebbe essere purtroppo non solo una nostra condizione.

D’altro canto quelli che avrebbero dovuto essere esperti in questa drammatica contingenza non pare si siano espressi con grande lucidità.

Quindi di cosa si parla?

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Il perdurante uso politico di giustizia e informazione.

di Eugenio Baresi

Quello che dispiace, nell’avere conferma di quello di cui si era sempre stati convinti, è proprio il danno che è stato creato istigando le persone all’odio.

La rappresentanza politica del Paese non è vero che rappresenti le medesime qualità o negatività del Paese.

Oggi il Paese potrebbe essere molto meglio di quei governanti che ci sono.

E ci sono grazie al fatto che il perdurante uso politico di informazione e di giustizia ha consentito per anni di agire nell’imbroglio, di raccontare l’imbroglio, di sentenziare l’imbroglio… ma quello inesistente degli altri nascondendo le proprie porcherie.

E modificando i principi fondamentali di ogni democrazia.

Non può sopportarsi una connivenza nello stare zitti.

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Che Purgatori si ritenga un mascalzone… non ci pare una nuova notizia.

di Eugenio Baresi

Le notizie che appaiono in questi giorni sulla meschinità della giustizia, ben accompagnata dalla contiguità con taluni giornalisti e con l’onnipresente partito della sinistra sempre pronto all’imbroglio sono particolarmente utili per comprendere tutto quanto è stato raccontato al contrario dei fatti che hanno caratterizzato la storia repubblicana italiana.

Ovvio quei curiosi giornali che erano interessatissimi alle contumelie contro gli avversari oggi sono divenuti improvvisamente dell’idea di quanto sarebbe meglio non venissero divulgate notizie quando parlano di loro e dei loro compari.

Ma c’è un “giornalista” che non si è accorto di come le ultime notizie stiano smascherando i “compagni di merende” dell’imbroglio e così insiste nella foga di continuare a raccontare bugie, falsità e indegnità.

D’altro canto la sua carriera è stata costruita grazie ad un imbroglio… tra l’altro fatto pagare una cifra enorme agli inconsapevoli e truffati cittadini italiani.

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Silenzio per la vergogna?

di Eugenio Baresi

Il silenzio che i nostri sinistri giustizialisti hanno riguardo a quanto sta emergendo sul poco edificante mondo della giustizia potrebbe essere un segno di meditazione contrita per le proprie colpe.

È però più prossimo al vero immaginare che siano silenziosi in attesa che passi la buriana… secondo la più nota tradizione della commedia all’italiana.

Non a caso quella parte di informazione integrata e funzionale essa pure è silente.

Infatti il connubio perverso di certi magistrati, certi giornalisti ed i noti politici di sinistra potrebbe favorire che nel giro di poco tempo tutto sia nascosto, dimenticato, celato facendo diventare importante qualche altro fatto magari inventato.

Ma rimane indubitabilmente un clamoroso sfregio alle regole democratiche quello che sta emergendo.

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La falange della fazione.

di Eugenio Baresi

Avere delle idee non è certo una stranezza che possa portare imbarazzo.

E proprio avendo idee si comprende che possono essercene di diverse non per questo riprovevoli o possono esserci portatori di idee normalmente confliggenti, ma a volte coincidenti.

Così la parte conclusiva di questo scritto è la più utile.

Il problema del nostro Paese sta tutto nella certezza assoluta della ragione che ogni parte manifesta.

Magari senza idee, ma certamente con la convinzione della propria ragione.

Così dalla politica alla informazione non esiste la logica del confronto, ma quella dell’affermazione.

Persino i sondaggi non sono una empirica verifica del pensiero dei cittadini, ma diventano la conferma del sostegno per la propria causa.

Incredibile.

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I giustizieri dell’Italia.

di Eugenio Baresi

Leggi Le Monde, quotidiano francese, e in prima pagina appare il bilancio di quasi 12 mila decessi in ospedale e quasi 8 mila nelle case di ricovero.

Leggi El Pais, quotidiano spagnolo, e testualmente scrive: “Case di riposo, la strage dei più vulnerabili”.

Leggi As, ancora spagnolo, e tornando ai numeri ti dice che in Catalogna su 8 mila decessi, 3 mila sono nelle case di riposo.

Ci fermiamo qui.

Un conteggio drammatico, ma in nessun paese ci si immagina che quelle morti cattive e tragiche possano essere colpa di altri se non del Covid19.

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Due orsi e mille virologi.

L’altro giorno sono comparsi due orsi e, rispetto a quale fonte di informazione leggi, non si capisce dove abbiano combinato cosa.

Invece uno ha combinato di mangiare due pecore e l’altro un po’ di galline.

Uno in Val Camonica ed uno nel Trentino della Paganella.

Insomma distanti e cose diverse.

Su due orsi che combinano quello che normalmente fanno quando hanno fame versioni diverse.

Con tutti i virologi in circolazione, ed in gran spolvero, le versioni sono mille.

Il guaio è che i soliti politici si attaccano inutilmente e pericolosamente a quello che serve meglio la loro causa.

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Un “curioso” modo di informare.

Che questo maledetto virus sia nato in Cina è un dato di fatto.

Che le autorità cinesi lo abbiano lasciato “libero”, nascondendolo fino a che non è divenuta evidente la sua pericolosità e la gravità delle conseguenze, è altrettanto un dato di fatto.

E quest’ultima non è solo una responsabilità, ma è più gravemente una colpa.

Ora detto ciò mi guarderei bene dal ringraziare con così tanto afflato i cinesi perché ci mandano del materiale sanitario e qualche medico.

La riconoscenza è un dovere, ma in fondo il loro aiuto ricambia quello che noi abbiamo fatto quando Wuhan è stata aggredita dal virus.

Ed a proposito di riconoscenza ci sono poi russi, cubani e statunitensi.

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Il danno della disinformazione. Danno? Meglio non dire cosa si vorrebbe dire.

In diretta si è potuto assistere ad una parte della quotidiana conferenza stampa del governo cinese.

Incredibilmente i giornalisti leggevano la domanda e i ministri leggevano la risposta.

Insomma un imbroglio, nemmeno nascosto, l’imbroglio di un regime comunista dittatoriale.

In Italia i giornalisti si permettono di continuare a scrivere tanto spesso senza testa.

Ci sarà una via di mezzo?

Meglio, ci sarà finalmente un rifiuto verso chi è “sguaiato”?

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Fare con criterio.

L’immagine che si è sparsa per il Mondo, conseguenza delle note vicende del virus, è stata assolutamente negativa.

In montagna, dove vivo e dove non vi è alcun pericolo nemmeno presunto, sono fioccate le disdette.

Centinaia di milioni di danno.

Si poteva gestire l’informazione e l’immagine del Paese in altro modo?

Certamente e con umile presunzione diciamo come.

Partendo da lontano, partendo cioè dalla conoscenza della storia che è il primo sapere utile ad affrontare i problemi con alle spalle la sapienza del conosciuto.

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