La prova dopo 10 mesi di quotidiani pensieri lasciati sulla pagina si conclude.
È stato curiosamente interessante vedere cosa è accaduto ad un sito nato dal nulla e che non aveva alcun obbiettivo se non quello di essere una raccolta quotidiana di pensieri.
Da zero ad oggi.
Abbiamo stimolato la conoscenza con l’apertura della pagina ad esso intitolata su Facebook.
L’abbiamo incrementata con una piccola promozione.
Si erano raggiunti, grazie ad essa, 50 mila lettori in un mese.
Siamo stati bloccati.
Così si è precipitati a poche centinaia perché l’interesse decresce senza che si possa essere conosciuti e soprattutto senza poter continuamente sollecitarlo.
Ed in effetti la pagina sui social l’avevamo lasciata muta.
Poi Facebook si è scusato dicendo che avevano sbagliato a bloccarci le pur piccolissime promozioni.
Invero non è cambiato nulla e siamo rimasti costantemente bloccati, ma abbiamo ricominciato comunque a tenere in essere semplicemente la pagina.
L’esperienza fa sorgere parecchi dubbi sulla effettiva libertà delle piattaforme social.
Ognuno si sente in grado di pubblicare quello che vuole, ma non è in grado di sapere se, a chi e a quanti quella pagina viene fatta vedere.
Una presunta libertà che dovrebbe far riflettere quelli della democrazia diretta gestita dal computer.
Quindi abbiamo inserito qualche scritto della pagina nell’altro nostro sito, quello dedicato al disastro di Ustica, ormai conosciuto e con lettori attenti ad ogni novità.
Poi abbiamo provato ogni tanto a disturbare un centinaio di contatti su WhatsApp.
Insomma, il risultato è che oggi terminiamo l’esperimento con una media mensile di più di 5000 letture di pagina.
Il sito resta comunque visibile per curiosare fra le cose scritte…
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