Se la Repubblica Popolare Cinese non fosse una dittatura comunista immediatamente si sarebbe conosciuto cosa stava accadendo.
Invece “il sole dell’avvenire” asiatico ha pensato bene di non rovinare la prospettiva del luminoso cammino per il suo popolo.
Pare che questa volta non ci sia riuscito nonostante il suo indomito impegno.
Così un povero dottore, Li Wenliang, che aveva denunciato la pericolosità del nuovo virus ha subito minacce, è stato allontanato dall’ospedale, è stato accusato dalle autorità statali di minare la sicurezza nazionale.
Poi però è scoppiato un problema mondiale e Li pare anche lui morto.
Certo lascia interdetti leggere su un giornale di proprietà dell’illuminata imprenditoria italiana, La Stampa, che il dottor Li Wenliang preoccupato delle sue diagnosi abbia tentato di avvisare i colleghi “ma le autorità locali lo avevano invitato a non insistere”.
Ma come si fa ad essere così ridicoli ed irrispettosi per la normale intelligenza scrivendo: “le autorità locali lo avevano invitato”?!?
Se questo è giornalismo…
Altrettanto indefinibile è stato un collegamento in diretta con un giornalista di una agenzia di stampa cinese da parte di TGCOM24.
Il suddetto con ottimo italiano ci informava che la popolazione, di sua volontà, per sua iniziativa, senza alcun obbligo, senza nessuna imposizione aveva deciso di chiudersi in casa.
Milioni di persone in un Paese dove sanno anche quando vai in bagno sta a casa, non va a lavorare, diserta scuole e officine, così, per una incredibile condivisione di atteggiamenti.
Il governo cinese, sempre secondo il giornalista testimone della libertà di stampa, ha semplicemente invitato.
E queste amenità, tragiche, raccontate senza che il nostro giornalista provasse un minimo di vergogna e argomentasse qualche pur tenue perplessità.
A questo punto fa semplicemente sorridere di tenerezza la considerazione del Manifesto, peraltro esperto di soccorso rosso qui da noi nei lontani anni della contestazione anche violenta, che si limita a cercare di depotenziare il dramma del contagio ricordando altre pericolose e peraltro storiche malattie come l’ebola.
Poi è stato emozionante vedere l’ossequio e l’ammirazione per la realizzazione di un ospedale in 10 giorni.
Non è che si voglia sminuire l’impresa, ma una così concentrata attività è probabile non si vedesse dalla costruzione delle piramidi ai tempi dei regni egizi.
Erano migliaia di anni fa e gli schiavi abbondavano.
Certo i sindacati, essi pure, sono ammirati, quelli stessi che da noi se ad una amministrazione venisse in mente di far chiudere di notte una piccola buca su una strada farebbero qualche giornata di sciopero.
Ma tant’è, gli affari sono affari ed è un dettaglio se poi gli affari con simili paesi comportano la perdita di migliaia di posti di lavoro da noi ed in compenso migliaia di euro di guadagni ai cosiddetti imprenditori che là fanno produrre.
Sembrano considerazioni della vecchia sinistra operaista… le nostre…
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